mercoledì 12 febbraio 2014

Rachel - Ep. 4

di Daniela Pasiphae Coin

<< Episodio 1

Uscirono dal locale.
Prima uscì Rachel lasciando, come al solito, che a saldare il conto fosse Lukas.
Rachel era sempre stata abituata ad uscire con uomini che le offrivano la cena e non si era mai posta il problema se questo fosse giusto, normale, apprezzabile o disdicevole.

"Signorina!" si sentì chiamare da una voce sconosciuta mentre, a pochi passi dal locale, cercava di fare amicizia con un cagnolino nel giardino di una villetta adiacente.
Si voltò, era un cameriere del locale. Gli si avvicinò con fare imbarazzato.
"Mi scusi signora.." la apostrofò il cameriere senza riuscire a guardarla "..dovrebbe cortesemente saldare la sua parte..."
Rachel rimase di stucco. Ci mise qualche secondo per elaborare quella strana richiesta. Poi si sentì estremamente offesa e subito andò su tutte le furie, seppur non dandolo a vedere.
"L'uomo che era con me? Non ha pagato?" domandò stupita.
"Solo la sua parte, signora.." rispose umilmente il ragazzo.
"E si può sapere dove diavolo è?!"
Il ragazzo si guardò intorno.
"L'ho visto uscire dal locale, mi ha detto che l'avrei trovata qui fuori! Non so dove sia andato.."
Rientrarono insieme mentre il povero ragazzo, ricciolino e con qualche lentiggine sulle guance, spiegava a Rachel che non voleva metterla in imbarazzo e che se fosse stato per lui avrebbe chiuso un occhio ma, non essendo il capo, non poteva farlo.

Rachel saldò quei pochi spiccioli della sua cena.
Incredibile, pensò uscendo. Prese subito il telefono dalla borsa per chiamare Lukas e dirgliene quattro e trovò un suo messaggio.
Leggi.
Lukas
Non dare mai nulla per scontato. Ti ricontatterò io.

Se avesse potuto l'avrebbe malmenato, offeso. Aveva ferito il suo ego e quello che la faceva più incazzare era che probabilmente lui si stava anche divertendo.
Pensò di richiamarlo ma il timore superava la rabbia. Rachel temeva e rispettava quell'uomo di cui non sapeva assolutamente nulla e non era sufficientemente forte per prendere in mano la situazione e reagire.
In qualche modo, anche se non voleva ammetterlo, quell'uomo le dava sicurezza. Le faceva compagnia. Le dava un motivo per essere ogni giorno quella che era.

Decise di tornare a piedi. Ci avrebbe messo una buona mezz'ora ma non faceva eccessivamente freddo e le andava di camminare. Percorse a lunghe falcate sui suoi tacchi 12 i viali umidi di ben quattro quartieri.
Di strada pensò a come aveva conosciuto Lukas.

Era uscita una sera a cena, da sola. Rachel non aveva amici, non li aveva mai voluti. Aveva qualche conoscente con cui a volte condivideva qualche serata, poche chiacchiere e per lo più eventi mondani.
Quella sera, desiderosa di stare sola, dopo una giornata trascorsa a litigare con la madre che era passata in città per sbrigare alcune faccende personali, uscì presto e si recò al suo ristorante preferito, a pochi passi da casa. Un posto molto piccolo e riservato ma che a quell'ora era sempre vuoto. Sedette senza badare a nulla che non fosse il menù. Ordinò carpaccio di polpo e patate. In quel locale facevano delle patatine in umido che erano come il burro. Dolci e delicate, con una spolverata di prezzemolo.
Di lì a poco, mentre osservava in agenda i suoi impegni, entrò un uomo, alto e distinto, col segno della barba di un paio di giorni, vestito sobrio. Una giacca in pelle nera, pantaloni scuri, un maglioncino blu, scarponcini neri.
Rachel era una donna molto attraente, abituata a farsi guardare da tutti, quasi infastidita da questo continuo ricevere occhiate e proposte. Ma quel giorno, quell'uomo, si comportò in modo diverso. Entrò nel locale dando una rapida occhiata ma senza soffermarsi su di lei. Fece un cenno al cameriere indicandogli dove si sarebbe seduto e sedette lontano dalla ragazza, da solo.
Rachel prese ad osservarlo incuriosita e senza nemmeno tanto riserbo in quanto lui non guardava lei. Le si era messo di lato e guardava dritto davanti a sé rivolto verso il muro. Nessun telefono in mano. No auricolari. Niente musica. Niente menù. Guardava solo davanti a sé.
Avrà tanto a cui pensare.. convenne Rachel.
Lo osservò per tutta la cena, anche dopo che lei ebbe finito. Ordinò perfino il dolce pur di rimanere nel locale con una scusa.
Lo osservò mangiare un piatto di lasagne e bere del vino rosso. Infine un caffè. Il tutto consumato lentamente, con cura e pazienza. Masticando molto accuratamente, tanto che Rachel si perse in quel movimento di mandibola.
Quell'uomo misterioso, oltre che avere l'ombra della barba ad evidenziargli i contorni del volto, portava i capelli un po' lunghi, senza una direzione precisa. Erano scuri, castano scuro, lucidi, senza l'ombra di un capello bianco. L'altezza era forse intorno al metro e ottantacinque, corporatura normale, buon fisico atletico.
Rachel si interrogò per quasi un'ora sulla possibilità e l'eventuale modalità con cui avrebbe potuto parlargli ma non le venne in mente nulla. Alla fine, arresa, decise di lasciare il suo numero alla figlia del titolare del locale che serviva ai tavoli, pregandola di consegnarlo all'uomo misterioso.
Anziché dargli il suo bigliettino da visita, scrisse il numero su un pezzo di carta. Poi pagò alla cassa e uscì dal locale mantenendo un portamento nobile, controllando con la coda dell'occhio se per caso lui non si voltasse a guardarla ma niente.

Attese 23 giorni prima di ricevere una sua chiamata, tornando nel frattempo di tanto in tanto al locale, domandando alla ragazza se avesse consegnato il biglietto e chiedendosi se per caso non avesse scritto male il numero. Tornò varie volte in quei 23 giorni a pranzo e a cena lì, domandando anche se per caso lui non si fosse fatto rivedere, se l'avessero visto prima di quel giorno, ma sempre senza cavarne notizia alcuna.

Quando la chiamò le disse solo "Ciao Rachel, sono Lukas il ragazzo del ristorante! Vorrei vederti stasera. Ti va bene alle nove al Milk?"
Lei rispose di sì e poi andò all'appuntamento.
Quella sera lui parlò molto poco e lasciò la conversazione in mano a Rachel. Dopo cena la accompagnò a casa, le domandò se poteva salire. La scopò sul divano senza troppi preliminari e se ne andò subito dopo.

Di episodi simili se ne verificarono, nei due mesi successivi, altri cinque, fino a quella sera in cui, come una svolta, invece che andare a casa di lei a cogliere la margherita, Lukas se ne andò e sparì dalla vita di Rachel per quasi due mesi.
Lei non lo cercò, orgogliosa com'era.
E così si convinse in fretta di aver avuto a che fare con uno stupido cafone e, lasciate le redini per tre settimane a José, partì per l'Australia dove abitavano i genitori.


1 commento:

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